martedì 28 ottobre 2014

Novembre: novità in arrivo!

Ciao a tutti! Questo meraviglioso mese di ottobre sta per finire, questo significa che nuovi libri ci aspettano tra pochi giorni... Diamo un'occhiata alle prossime uscite in libreria? Possiamo anche prenotarle subito!

Il confessore di Jo Nesbø - 4 novembre: Sonny Lofthus non ha neanche trent'anni, ma è in galera da dodici per duplice omicidio. È un tossico, ma per i suoi compagni a Staten, la prigione di massima sicurezza norvegese, è una sorta di confessore. Sonny ascolta i loro peccati e li assolve. Un giorno uno dei detenuti gli rivela che suo padre, il poliziotto Ab Lofthus, il cui suicidio tredici anni prima ha portato al crollo e alla rovina di Sonny, è stato ucciso dagli uomini di Nestor, uno dei capi della malavita di Oslo. E che Ab, al contrario di quanto aveva scritto nella sua lettera d'addio, non era la talpa che passava a Nestor le informazioni per sfuggire alla legge. Da quel momento, Sonny inizia a organizzare la sua vendetta.
Lo vuoi comprare su Amazon?: Il confessore



Il pranzo di Mosè di Simonetta Agnello Hornby - 5 novembre: Simonetta Agnello Hornby apre le porte di Mosè, insieme alla sorella Chiara. Mosè è un luogo magico nelle campagne di Agrigento, una masseria dei primi dell'Ottocento costruita intorno a una torre Medioevale, circondata da campi coltivati, frutteti, mandorleti, uliveti, a dieci minuti dal mare. È il luogo in cui la famiglia Agnello da cinque generazioni trascorre le vacanze estive. Chi conosce le storie autobiografiche di Simonetta ha già familiarità con questo luogo. Ricorre nei suoi racconti come posto dell'anima e degli affetti più cari. Nei mesi in cui la famiglia risiedeva a Mosè, una processione incessante di parenti, amici, lontani conoscenti si presentava alle porte della tenuta. E tutti venivano accolti, ospitati, nutriti, messi a proprio agio. Di questo parla "Il pranzo di Mosè". Dell'arte dell'accoglienza. Di come ricevere l'invitato, di qualsiasi estrazione e attitudine, nella maniera più appropriata. Vengono presentate sei situazioni, ognuna accompagnata dalla narrazione di aneddoti autobiografici, dalla presenza delle figure che popolano la memoria dell'autrice: i parenti già incrociati nei racconti autobiografici, sagome note per chi vi è già affezionato e sempre divertenti per chi ancora non le conosce; e poi gli invitati, quei personaggi che hanno bussato alla porta di Mosè negli anni dell'infanzia.
Prenotalo su IBS: Il pranzo di Mosè


Storia della bambina perduta di Elena Ferrante - 29 ottobre: Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e "rinascite". Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita più che mai il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà tra l'altro allo scontro con i fratelli Solara). Ma il romanzo è soprattutto la storia di un rapporto d'amicizia dove le due donne, veri e propri poli opposti di una stessa forza, si scontrano e s'incontrano, s'influenzano a vicenda, si allontanano e poi si ritrovano, si invidiano e si ammirano.
Vuoi comprarlo su Amazon?: Storia della bambina perduta. L'amica geniale


L'uomo è un grande fagiano nel mondo di Herta Müller - 4 novembre: Un uomo attende il passaporto che gli permetterà di emigrare. Nel tempo bloccato dell’attesa conta i giorni. Il luogo è un villaggio della minoranza tedesca in Romania e il tempo sono gli ultimi anni prima della caduta del regime di Ceaus¸escu. Molti inutili sacchi di farina costa al mugnaio Windisch la speranza di poter abbandonare il paese ed emigrare in Germania. Ma solo quando sua figlia Amelie accetta di compiacere le voglie del parroco e del poliziotto i passaporti, finalmente, arrivano. Squarci di una luce brutale raccontano questo tempo di attesa sovrastato dall’immagine del fagiano, con le sue ali così inette al volo, che in rumeno è a sua volta immagine della creatura umana irretita nel fatale impaccio della vita.
Vuoi comprarlo su Amazon?: L'uomo è un grande fagiano nel mondo


Biglietto, signorina di Andrea Vitali - 30 ottobre: Alla stazione ferroviaria di Varenna, a pochi chilometri da Bellano, c’è trambusto. Il capotreno Ermete Licuti è sceso dal convoglio scortando una passeggera pizzicata senza biglietto. E senza un quattrino per pagare la multa. Fa intendere che arriva da Milano, che vuole andare a Bellano, ma non parla bene l’italiano, e capire cosa vuole è un bel busillis. Ligio alle norme, il capotreno non sente ragioni e consegna la ragazza al capostazione, Amilcare Mezzanotti, che protesta vivace. Il regolamento però è chiaro, la faccenda tocca a lui sbrogliarla. E così adesso il povero capostazione si trova lì, nel suo ufficetto, con davanti Marta Bisovich. Bella, scura di carnagione, capelli corvini, dentatura perfetta, origini forse triestine, esotica e selvatica da togliere il fiato. Siamo nel giugno del 1949, e sul lago di Como, in quel di Bellano, tira un’aria effervescente di novità. Ci sono in ballo le elezioni del nuovo sindaco, e le varie fazioni si stanno organizzando per la sfida nelle urne. Su tutte, la Dc, fresca dei clamorosi successi alle politiche del ’48, attraversata ora da lotte intestine orchestrate dall’attuale vicesindaco Amedeo Torelli, che aspira alla massima carica ed è disposto a giocare tutte le sue carte, lecite e anche no. La bella e conturbante Marta, invece, ha altre aspirazioni. Le basterebbe intanto trovare un posto dove poter ricominciare a vivere, e questo è il motivo per cui ha deciso di puntare le sue ultime chance sulla ruota di Bellano, dove certe conoscenze non sono nelle condizioni di negarle l’aiuto di cui ha bisogno. Biglietto, signorina – storia apparsa in una prima versione nel 2001 con il titolo L’aria del lago nell’omonima raccolta, e qui interamente reinventata, riscritta e ampliata – ci porta nel bel mezzo dell’Italia della ricostruzione, alle prese con la ritrovata libertà. In un paese che fatica a risollevarsi dalle macerie della guerra, ognuno tenta la sorte per imbastire il proprio futuro.
Se vuoi comprarlo su Amazon: Biglietto, signorina (Garzanti Narratori)


La ballata di Adam Henry di Ian McEwan - 25 novembre: Fiona Maye, giudice dell'alta corte di Londra specializzata in diritto di famiglia, alla soglia dei sessant'anni vede il proprio matrimonio sgretolarsi. Abituata alla razionalità e alla compostezza, Fiona cerca di soffocare la paura e il dolore tuffandosi a capofitto nel lavoro. In tribunale la attende un nuovo caso complicato: i genitori di Adam Henry, un ragazzo di diciassette anni e nove mesi malato di leucemia, rifiutano le trasfusioni per non contravvenire al volere divino, come stabilito dalle convinzioni dei testimoni di Geova. L'ospedale ha chiesto con urgenza l'intervento della corte: il ragazzo rischia di morire. Ascoltate le parti in aula, Fiona decide di andare a fargli visita. Sarà un momento decisivo, l'incontro tra due solitudini che lascerà una traccia indelebile nell'esistenza di entrambi. Grazie alla sentenza di Fiona, Adam sopravviverà, ma il suo mondo verrà irrimediabilmente sconvolto. La gioia dei genitori di fronte alla decisione che lo ha salvato senza che nessuno di loro fosse costretto a scivolare nel peccato - lo allontanerà dalla fede e dalla comunità, mettendolo di fronte a una libertà forse troppo grande, a una fame di vita del tutto sconosciuta. Gli esiti saranno catastrofici e travolgeranno anche Fiona, ponendo l'integerrima interprete della legge di fronte all'irrimediabilità dei suoi abbagli.
Per prenotarlo su Amazon: La ballata di Adam Henry

Non sono tutte qua le novità in arrivo, era solo un assaggio. Qualcosa vi ispira? Ovviamente questo è il periodo più pregno di pubblicazioni in vista del Natale ormai prossimo... Ci sarà da svenarsi. Buona attesa e buona lettura!

sabato 25 ottobre 2014

La sovrana lettrice, un libriccino divertente

Che piccolo gioiellino... Stavo cercando un libro non troppo lungo o impegnativo per tenermi impegnata qualche giorno, in attesa dei libri che avevo prenotato in biblioteca. Beh, mi ha intrattenuta per un pomeriggio, l'ho letto tutto d'un fiato!

Devo dire che più volte durante la lettura mi sono chiesta se ci fosse e fino a che punto ci fosse una base veritiera, dei dettagli reali riguardanti le abitudini della regina, Elisabetta II, che ad un certo punto della sua vita e per puro caso, inizia ad appassionarsi alla lettura, che via via la influenza fino a cambiare le sue rigidissime e consolidate abitudini facendo impazzire tutto lo staff a palazzo.

Il fatto che sconvolge parenti e sottoposti non è la lettura in sé, quanto il fatto che sia subentrato un elemento del tutto nuovo che va a stravolgere i ritmi e soprattutto i gesti e le parole della sovrana, la quale rischia di essere percepita in un modo totalmente nuovo, forse anticonformista. Ma soprattutto, come l'autore afferma all'inzio, la regina non ha "il diritto" di scegliere un passatempo piuttosto che un altro perchè questo significherebbe selezionare e quindi tagliare fuori altri settori, altre arti, facendo per così dire un torto a qualcos'altro, a qualcun altro.

Un libriccino divertente che si conclude con un finale alquanto improbabile, per non dire impossibile, che strappa un sorriso.

Compralo su Amazon:La sovrana lettrice

martedì 21 ottobre 2014

Chiamate la levatrice - Recensione

Ecco uno di quei libri di cui parlavo nell'ultimo post; solitamente non sarei stata attratta da un simile titolo, ma leggendo alcune recensioni ben fatte mi sono convinta a prenderlo. Ottima decisione, direi.

A me non piacciono i libri storici. Ecco, l'ho detto. Ma in realtà qui si tratta di molto più di questo: Jennifer Worth ci descrive per filo e per segno la vita delle donne nella Londra degli anni 50, con uno sguardo che si amplifica alla storia degli anni precedenti, anche prima della guerra, con qualche paragone con la situazione sociale e sanitaria di oggi. Rimarrete incollati, non riuscirete a smettere di leggere.

Attenzione però, quello che troverete in questo prezioso diario di circa 500 pagine sarà duro da mandare giù, il più delle volte. La situazione precaria e ingiusta di donne vedove, giovanissime madri, prostitute e sfortunate di ogni tipo incontreranno il vostro sdegno oltre alla vita professionale della protagonista, giovane levatrice della Nonnatus House, nel quartiere più povero di Londra. La sua abilità sta nell'addolcire la pillola, tra un capitolo tremendo e l'altro, raccontandoci anche di storie di amore, dignità, rispetto nonostante la miseria, lieto fine e incredibile capacità di accettazione. Padri orgogliosi e madri disperate si affollano nel degrado della capitale inglese di metà secolo, creando un contrasto molto forte con l'esterno, il resto della città. In effetti, in Chiamate la levatrice è un po' come se Jenny ci parlasse dell'est di Londra come di una città a parte, con le sue regole e il suo mondo un po' anacronistico, essendo la parte più colpita dai bombardamenti e non ancora abbattuta e ricostruita come gli altri quartieri circostanti...

Dunque, molto più di un diario, molto più di un libro di storia, molto più di un romanzo, eppure un po' di tutto questo; le figure delle suore, in particolare, apriranno i vostri orizzonti e vi sembreranno esempi moderni di giustizia, dedizione e amore incondizionato, persone eccezionali che tendono a perdonare e aiutare invece che condannare e giudicare.
Non è necessario essere femministe per sentirsi parte integrante della storia e sinceramente sdegnate per il trattamento riservato a queste povere donne, basta avere in se' un minimo di coscienza. La stessa che vi farà sentire incredibilmente fortunate, a fine lettura. Chapeau.


Chiamate la levatrice - Jennifer Worth
Sellerio editore - 493 pagine
12,75 euro

Compralo su Amazon:Chiamate la levatrice

lunedì 20 ottobre 2014

Muri di carta, considerazioni

Non vorrei fare una vera e propria recensione di questa raccolta di racconti dello scrittore svedese John Lindqvist, uscita due anni fa, ma mi piacerebbe esprimere un po' di malcontento nei confronti del comportamento dei lettori (alcuni lettori), compresa me stessa.

Anche a voi capita di "murarvi" all'interno della vostra cerchia di gusti? Mi spiego: io mi sono resa conto che quasi sempre rifiuto quello che è al di fuori dei miei generi e autori preferiti, non mi imbatto quasi mai in libri che siano diversi dal mio solito. Ma quanti piccoli tesori mi perdo facendo così?

Questo è l'esempio concreto: ho preso in prestito questo libro (purtroppo non posso più permettermi grosse scorpacciate in libreria, ahimé) perchè conosco l'autore, di cui ho già letto due romanzi che sicuramente virano verso il fantastico, con mondi al di là del mondo e vampiri vari, con un tocco gotico insomma. Ma in nessuno dei suoi libri precedenti erano presenti esseri fantascientifici come gli alieni, tematica che non sopporto. Invece in questo Muri di Carta, l'autore scrive racconti appassionanti che sembrano assolutamente realistici fino a metà e poi si trasformano in qualcos'altro, o meglio, danno una risposta alternativa e fantascientifica alle problematiche reali dei protagonisti: in un modo o nell'altro, in una forma o nell'altra, c'entrano sempre gli extraterrestri. Come dicevo, io non ho nessun interesse per questo genere che solitamente mi annoia a morte, ma dato che l'aspettativa era un'altra ho iniziato e continuato a leggere, prima per fiducia e poi per totale abbandono verso la bravura dell'autore e la scorrevolezza della narrazione. E sapete una cosa? Mi sono piaciuti moltissimo, ci sono rimasta di sasso.

Sarà un caso su mille? Non lo so, il fatto è che mai avrei dato una chance a un libro del genere, ma adesso che l'ho fatto sono rimasta molto soddisfatta. E così ho pensato che probabilmente ci perdiamo un sacco di ottima letteratura o più semplicemente ci perdiamo altro rispetto al nostro piccolo orto battuto e ribattuto. Il che non è propriamente un problema, in fondo ci sono migliaia di libri al mondo che possiamo leggere, nel nostro orto, senza mai doverlo rimpiangere, ma forse ci abbandoniamo troppo presto a quello che è "vicino", conosciuto.


Non so se in futuro darò nuove possibilità a libri che solitamente esulano dal mio gusto, ma sicuramente è qualcosa su cui riflettere. Che ne pensate voi?



giovedì 9 ottobre 2014

Abbiamo sempre vissuto nel castello - Recensione

Una lettura che profuma di terra, di rabarbaro, di carote, di panna e di tè coi biscotti (magari stiamo attenti allo zucchero!). Avevo letto qualcosa su Shirley Jackson e sono rimasta colpita in particolare da questa dedica di Stephen King, ne L'incendiaria: a Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce. Ed è veramente così, penso che sia una descrizione perfetta del suo modo di scrivere... Ho dato una chance a questo romanzo, e ora non vedo l'ora di leggerne altri!

Questa è la storia di Mary Katherine e di sua sorella Constance (cuoca eccezionale), che vivono in una grande casa al centro di un vero e proprio parco, lontane da tutto e isolate da tutto il villaggio. Ma perchè lo fanno? Perchè sono tanto odiate dagli abitanti?

Il motivo, di cui veniamo a conoscenza gradualmente, è questo: sei anni prima quella stessa casa è stata il luogo di un efferato crimine... Chi ha messo l'arsenico nello zucchero durante una tranquilla cenetta famigliare? Chi ha ucciso i genitori delle ragazze, il fratellino, la zia, lasciando in vita per miracolo solo l'eccentrico zio Julian, che ora vive insieme a loro? Lo scopriremo solo verso la fine, quando la triste verità, che già forse subodoravamo insieme al profumo della zuppa e della crostata di melassa, verrà a galla improvvisamente e inaspettatamente, a detta dello stesso assassino.

Che libriccino meraviglioso.
180 pagine di puro godimento. E la copertina? Ne vogliamo parlare?

"Merricat, disse Constance, tè e biscotti, presto vieni!
Fossi matta, sorellina, se ci vengo m'avveleni!"



Abbiamo sempre vissuto nel castello - Shirley Jackson (1962)
Pubblicato da Adelphi
 182 pagine
18 euro