lunedì 20 ottobre 2014

Muri di carta, considerazioni

Non vorrei fare una vera e propria recensione di questa raccolta di racconti dello scrittore svedese John Lindqvist, uscita due anni fa, ma mi piacerebbe esprimere un po' di malcontento nei confronti del comportamento dei lettori (alcuni lettori), compresa me stessa.

Anche a voi capita di "murarvi" all'interno della vostra cerchia di gusti? Mi spiego: io mi sono resa conto che quasi sempre rifiuto quello che è al di fuori dei miei generi e autori preferiti, non mi imbatto quasi mai in libri che siano diversi dal mio solito. Ma quanti piccoli tesori mi perdo facendo così?

Questo è l'esempio concreto: ho preso in prestito questo libro (purtroppo non posso più permettermi grosse scorpacciate in libreria, ahimé) perchè conosco l'autore, di cui ho già letto due romanzi che sicuramente virano verso il fantastico, con mondi al di là del mondo e vampiri vari, con un tocco gotico insomma. Ma in nessuno dei suoi libri precedenti erano presenti esseri fantascientifici come gli alieni, tematica che non sopporto. Invece in questo Muri di Carta, l'autore scrive racconti appassionanti che sembrano assolutamente realistici fino a metà e poi si trasformano in qualcos'altro, o meglio, danno una risposta alternativa e fantascientifica alle problematiche reali dei protagonisti: in un modo o nell'altro, in una forma o nell'altra, c'entrano sempre gli extraterrestri. Come dicevo, io non ho nessun interesse per questo genere che solitamente mi annoia a morte, ma dato che l'aspettativa era un'altra ho iniziato e continuato a leggere, prima per fiducia e poi per totale abbandono verso la bravura dell'autore e la scorrevolezza della narrazione. E sapete una cosa? Mi sono piaciuti moltissimo, ci sono rimasta di sasso.

Sarà un caso su mille? Non lo so, il fatto è che mai avrei dato una chance a un libro del genere, ma adesso che l'ho fatto sono rimasta molto soddisfatta. E così ho pensato che probabilmente ci perdiamo un sacco di ottima letteratura o più semplicemente ci perdiamo altro rispetto al nostro piccolo orto battuto e ribattuto. Il che non è propriamente un problema, in fondo ci sono migliaia di libri al mondo che possiamo leggere, nel nostro orto, senza mai doverlo rimpiangere, ma forse ci abbandoniamo troppo presto a quello che è "vicino", conosciuto.


Non so se in futuro darò nuove possibilità a libri che solitamente esulano dal mio gusto, ma sicuramente è qualcosa su cui riflettere. Che ne pensate voi?



Nessun commento:

Posta un commento