lunedì 7 marzo 2016

8 marzo, letteratura al femminile

Si avvicina l'8 marzo, vorrei proporre alcuni titoli sulla letteratura di genere, libri che mi hanno ispirata e che spero possano costituire uno spunto di riflessione per donne - e uomini - illuminate.

Il primo è Di testa loro - dieci italiane che hanno fatto il Novecento di Marta Boneschi. Il titolo parla da sè, si tratta della storia di queste donne straordinarie che, ciascuna del proprio campo di studi o di lavoro, hanno coraggiosamente portato avanti una battaglia per ciò in cui credevano, o semplicemente per far rispettare il loro diritto ad essere esseri umani, prima di donne. Da Maria Montessori a Franca Valeri, da Rita Levi Montalcini a Franca Viola, storie vere e profonde che fanno riflettere. Purtroppo questo libro è fuori catalogo, quindi è reperibile nel mercato dell'usato oppure in biblioteca!


Di testa loro - Marta Boneschi
Mondadori - fuori catalogo


Un altro libro sulla stessa onda del primo, meno conosciuto ma non meno interessante, è Tante donne di Vittoria De Marco Veneziano: scrittrici, pittrici, operaie, scienziate, sante, inventrici che hanno lottato per l'Unità d'Italia, quindi ancora una volta uno scorcio storico a fare da sfondo.



Tante donne - Vittoria De Marco Veneziano
Erga editorie 
10,20 euro - 250 pagine


Un libro che parla della vita pratica e dura, meravigliosa e difficile di una ragazza che vive a Londra negli anni 50. Un libro che mi ha aperto gli occhi sulle condizioni drammatiche della popolazione londinese solo mezzo secolo fa, ma soprattutto di quella femminile, costretta a perdere la propria dignità di madre in molte occasioni a causa della povertà e del sessismo. Chiamate la levatrice è uno dei miei libri-rivelazione, di quelli che ti aprono gli occhi e che ti lasciano molto dentro (in onda proprio in questi giorni la fantastica serie tv su La5: Call the midwife). L'impegno di queste donne, suore e laiche, ha cambiato con la propria perseveranza il volto della sanità pubblica inglese, ha rappresentato un esempio per moltissime persone oltre che un aiuto inestimabile. Trovate qui la mia recensione completa.


Chiamate la levatrice - Jennifer Worth
Sellerio Editore
493 pagine - 12,75 euro


La continuazione del racconto di Jennifer, autrice dei romanzi, è stata pubblicata anche in Italia: Tra le vite di Londra è un altro stupendo libro di storie autentiche tutte al femminile. Ecco il link alla recensione.


Tra le vite di Londra - Jennifer Worth
Sellerio Editore
12,75 euro - 423 pagine

Questi sono un milionesimo dei libri che trattano (da punti di vista diversi) la tematica femminile, anzi mi piacerebbe sapere da voi se avete qualche titolo da consigliare: è un argomento che mi sta molto a cuore e approfondire la storia della difficile strada dell'emancipazione delle donne è veramente interessante.






venerdì 26 febbraio 2016

Piccola chicca - Jerome K Jerome

Chi segue un minimo questo blog sa quanto mi piacciono le storie gotiche, che lasciano sempre aperto uno spiraglio alle due tentazioni della lettura: quelle di credere o non credere all'orrore che viene raccontato.

Questo piccolissimo libro di Jerome K. Jerome non è un racconto gotico, nonostante il classico titolo Storie di fantasmi per il dopocena: si tratta invece di una breve storia di cui l'autore è protagonista, ma preferisco dirlo con le sue stesse (volutamente ridondanti) parole.

I fantasmi vanno sempre a passeggio la Vigilia di Natale, e quando i vivi si riuniscono la Vigilia di Natale, finiscono sempre col parlare di fantasmi. Ogni volta che cinque, sei inglesi si raccolgono intorno a un fuoco, la Vigilia di Natale, incominciano a raccontarsi storie di fantasmi. Non siamo soddisfatti, la Vigilia di Natale, se ognuno non racconta i suoi aneddoti - autentici - sugli spettri. In questo allegro periodo di festività, a noi piace meditare su tombe, cadaveri, assassini, sangue.

Questo è un punto essenziale della tradizione inglese, tutta la verità e nient'altro che la verità. Non sapendo come approcciarci a questo libro troviamo immediate analogie con le storie di fantasmi di Henry James, per poi scoprire che l'intento di Jerome è tutt'altro che serio, anzi spiritoso e ironico.

Una piacevole lettura-lampo per quando siete nella sala d'attesa del dentista.


Storie di fantasmi per il dopocena
Jerome k Jerome
Edizioni Mattioli 1885
79 pagine - 9 euro

venerdì 19 febbraio 2016

R.I.P. Harper Lee, un grande nome nella mia libreria

E prima o poi se ne vanno anche i migliori. Mi piace ricordarla così:

“Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?”


Qui trovate il link con un bell'articolo del NY Times.

Buon viaggio Harper.



martedì 9 febbraio 2016

I libri sul comodino

Ogni tanto mi accorgo che i libri che ho sul mio comodino seguono logiche ben precise e riflettono i miei gusti e i miei stati d'animo del momento.
A volte c'è una pila di libri, segno che sto leggendo molto o che non mi so decidere, spesso si tratta di riletture, altre volte c'è solo un titolo che però sto leggendo con avidità, o ancora è possibile trovarci diversi libri che non mi decido a finire.
Il comodino vuoto è molto raro e se è in quelle condizioni, il più delle volte, significa che qualcosa non va.

Ecco come si presenta il mio comodino in questi giorni:


Ho già parlato del carinissimo Piccola osteria senza parole di Massimo Cuomo, così come del libro finale de Il signore degli anelli, mentre nei prossimi giorni vorrei concentrarmi sugli altri due!
Sono agli sgoccioli del goticissimo Melmoth l'uomo errante (che ci posso fare, li amo sti gotici!), mentre il mio caro Tolkien è ovviamente una rilettura.
E voi, cosa state leggendo in questo periodo? Quali sono i vostri titoli sul comodino?
Vietato giudicare, ovviamente!


sabato 6 febbraio 2016

Piccola osteria senza parole - Recensione + considerazione

Ogni tanto mi capita, come sicuramente a molti di voi (ma non a tutti e dopo vi spiego perchè secondo me), di imbattermi in qualche chicca letteraria inaspettata.

A volte si tratta di un libro trovato sbirciando tra gli scaffali in biblioteca, altre volte spunta fuori da una ricerca online in cui volevo trovare tutt'altro, di tanto in tanto è il frutto di qualche consiglio.
Qualche volta si tratta di piccoli romanzi o raccolte di racconti semi sconosciuti di autori famosi, anche classici, altre volte sono scritti da autori contemporanei (e in quel caso sono quasi sempre italiani).

Dicevo che è una cosa che non capita a tutti quelli che conosco perché alcuni sono così ancorati ai loro autori/generi preferiti da lasciare fuori dalla porta tutto il resto, da non lasciare spazio all'ignoto, mai, nemmeno una fessura, nemmeno una volta ogni tanto. Non li sto giudicando, mi rendo conto che anche io faccio fatica a lasciarmi andare e mi sembra che il tempo per leggere sia così poco che leggendo qualcosa che non vale la pena mi perderei altri titoli essenziali. È un discorso contorto? Forse.

Ma veniamo al dunque: Piccola osteria senza parole è stato pubblicato un paio di anni fa da E/O, poco più di 200 pagine di leggerezza. Non ricordo perché lo avevo inserito nella mia wish list ma l'ho fatto e, tra un malloppo e l'altro, l'ho prenotato in biblioteca per rilassarmi dopo una lettura più impegnata (e prima di quella successiva!).
Vi copio qui la trama:
Sospinto da una scrittura poetica e spassosa, "Piccola osteria senza parole" è un'epopea del Nordest, ricca di personaggi pronti a entrare nella leggenda e percorsa da un mistero che dà al romanzo una venatura di giallo. Nell'osteria al confine tra Veneto e Friuli vivono uomini sgangherati e taciturni, bestemmiatori feroci, razzisti in superficie eppure profondamente altruisti. Il bar è il cuore pulsante del paese, Scovazze, dove persino le slot machines hanno soprannomi improbabili - La Veda, La Sopravvissuta, La Troia, La Magnaschei - e la televisione resta sempre accesa sui mondiali di calcio (USA '94), tra gli accaniti giocatori di briscola e le superbe tette della Gilda, la proprietaria. Su questo sfondo, la sera di venerdì 17 giugno, fa irruzione un enigmatico meridionale che con i suoi modi e i suoi segreti stravolgerà la vita degli abitanti del paese. Chi è Salvatore Maria Tempesta, il terrone che entra in osteria dopo che la sua auto è sprofondata dentro un fosso? Come osa sfidare questo mondo chiuso, concentrato a godersi le giocate di Baggio, in cui la diffidenza si taglia con il coltello? Chi è la donna nella mezza fotografia che il meridionale si porta sempre appresso? E perché si ostina ad aggirarsi nei dintorni inseguendo chiese e campanili? Sono i tanti segreti di questa storia d'amore, amicizia e diversità che verranno alla luce poco alla volta, fino all'imprevedibile rivelazione finale.
Non vorrei addentrarmi troppo perché in effetti la trama dice il giusto e solletica la curiosità, ma spero che deciderete come me di dare una possibilità a questo libricino, oppure di segnarvelo tra le letture da ombrellone per la prossima estate.

Intendiamoci, non è niente di eccezionale, ma è ben scritto, scorrevole e divertente e fa al caso vostro se cercate appunto una distrazione leggera, come me in questo periodo; insomma, mi sento di consigliarlo.Uno spaccato di provincia anni '90 in cui immergersi tra personaggi scurrili, scenette divertenti e, soprattutto, una buona dose di sogni.


Piccola osteria senza parole - Massimo Cuomo
Edizioni e/o
238 pagine - 17 euro

venerdì 22 gennaio 2016

Shirley - recensione (entusiasta)

Finalmente!

Finalmente un libro COME SI DEVE. Sarò esigente, ma sono stanca di inseguire perennemente un libro con la L maiuscola, di quelli che quando li chiudi rimani con l'occhietto ammirato e già nostalgico, di quelli che ti fanno dire "Ohh, finalmente!".
E Shirley è uno di quelli.

Nella mia ignoranza, sono venuta a sapere da poco di questo romanzo di Charlotte Brontë, però a mia discolpa posso aggiungere che le precedenti edizioni, secondo la mia ricerca, erano penosamente tradotte e fuori stampa, difficilmente reperibili e risalenti a decenni fa; questa edizione è di Fazi e vorrei intanto ringraziare questo editore, non nuovo ma riscoperto, che ultimamente sta sfornando una serie di titoli PRELIBATISSIMI per gli amanti del classico e non solo.

Chi ha letto Jane Eyre (su le mani!) potrebbe avvicinarsi a questo libro con emozione, ma allo stesso tempo anche con un poco di timore per quello che l'aspetta: sarà questo romanzo sull'onda del primo? Alla sua altezza? Resterò deluso? Ma per fortuna ne sono stata rapita, come ai tempi da Jane Eyre. Vediamo insieme la trama:

Yorkshire, inizio Ottocento. Shirley, giovane donna ricca e caparbia, si trasferisce nel villaggio in cui ha ereditato un vasto terreno, una casa e la comproprietà di una fabbrica. Presto fa amicizia con Caroline, orfana e nullatenente, praticamente il suo opposto. Caroline è innamorata di Robert Moore, imprenditore sommerso dai debiti, spietato con i dipendenti e determinato a ristabilire l'onore e la ricchezza della sua famiglia, minati da anni di cattiva gestione. Pur invaghito a sua volta della dolce Caroline, Robert è conscio di non poterla prendere in moglie: la ragazza è povera, e lui non può permettersi di sposarsi solo per amore. Così, mentre da una parte Caroline cerca di reprimere i suoi sentimenti per Robert - convinta che non sarà mai ricambiata -, dall'altra Shirley e il suo terreno allettano tutti gli scapoli della zona. Ma l'ereditiera prova attrazione per un insospettabile... "Shirley" si inserisce nel grande filone del romanzo sociale inglese di inizio Ottocento: i suoi personaggi vivono gli avvenimenti storici dell'epoca - le guerre napoleoniche e le lotte luddiste -, facendo i conti con le contraddizioni del progresso industriale e offrendo spunti di riflessione sul lavoro, sul matrimonio e sulla condizione della donna.

Da qualche parte ho letto che il titolo del romanzo è l'unico punto col quale si possa dissentire: e in effetti è così anche per me. La citata Caroline non è un personaggio come gli altri, anzi le si dà veramente moltissimo spazio per una vasta parte del romanzo; è da considerarsi una coprotagonista insieme all'amica, e forse le sono dedicate più pagine. Non potrete fare a meno di innamorarvene, perchè i suoi tratti più umili e modesti sovrastano quelli più marcati e orgogliosi di Shirley, anche se questa è da intendersi sempre in buona fede.

Se amate i romanzi di quest'epoca NON dovete perdervelo, ma la morale della quale Charlotte parla nelle ultime righe secondo me è stupenda e si richiama più volte nel corso del libro: le proteste delle donne nei confronti della società maschilista in cui vivono è molto forte, ma altrettanto accentuati sono i tratti virili e forti dell'uomo, a sostegno della propria donna. Questa, signore e signori, si chiama lungimiranza, prospettiva, giustizia. In una parola, si chiama PARITÀ.
Leggete e non ve ne pentirete. Dio salvi le Brontë.


Shirley - Charlotte Brontë
684 pagine di piacere
Fazi editore - 16,50 euro

venerdì 8 gennaio 2016

Il gigante sepolto - Recensione


Il gigante sepolto mi ispirava molto, e, senza voler anticipare nulla, vorrei dire che come troppo spesso accade mi ritrovo a leggere qualcosa di molto diverso da quello che avevo in mente.


La sinossi è in parte esplicativa, in parte fuorviante. Ve la copio qui:

Il leggendario re Artù è morto ormai da qualche tempo ma la pace che egli ha imposto sulla futura Inghilterra, dilaniata per decenni dalla guerra intestina fra sassoni e britanni, seppure incerta, perdura. Nella dimora buia e angusta di Axl e Beatrice, tuttavia, non vi è pace possibile. La coppia di anziani coniugi britanni è afflitta da un arcano tormento: una sorta di inspiegabile amnesia che priva i due di una storia condivisa. A causarla pare essere una strana nebbia dilagante che, villaggio dopo villaggio, avvolge indistintamente tutte le popolazioni, ammorbandole con i suoi miasmi. Axl e Beatrice ricordano di aver avuto un figlio, ma non sanno più dove si trovi, né che cosa li abbia separati da lui. Non possono indugiare oltre: a dispetto della vecchiaia e dei pericoli devono mettersi in viaggio e scoprire l’origine della nebbia incantata, prima che la memoria di ciò a cui più tengono sia perduta per sempre. Lungo il cammino si uniscono ad altri viandanti – il giovane Edwin, che porta il marchio di un demone, e il valoroso guerriero sassone Wistan, in missione per conto del suo re – e con essi affrontano ogni genere di prodigio: la violenza cieca degli orchi e le insidie di un antico monastero, lo scrutinio di un oscuro barcaiolo e l’aggressione di maligni folletti, il vetusto cavaliere di Artù Galvano e il potente drago Querig. Giungono infine in vista della meta, e qui li attende la prova più grande: saggiare la purezza del proprio cuore.

Kazuo Ishiguro è un grande scrittore, si nota dalla scioltezza delle parole, che riga dopo riga scorrono in modo fluido e ci accompagnano senza fatica verso il finale, anche se devo dire che in alcuni punti l'ho trovato troppo prolisso; anche l'amore sconfinato dei due vecchi, Axl e Beatrice, alla lunga diventa esagerato nelle parole che si dicono. Ma capisco che l'intento dell'autore era proprio quello di presentarci una coppia amorevole e indissolubile, rispettosa oltre ogni limite e spesso sdolcinata fino all'imbarazzo. Tutto per prepararci allo sconvolgente finale, che poi tanto sconvolgente non è se scaviamo dentro di noi: un po' ce lo sentiamo, mentre leggiamo.

"Onirico" è il termine migliore per definire questo romanzo, che ci fa riflettere e avere paura del gigante sepolto dentro di noi, quello che dorme sotto le coltri della nebbia della dimenticanza, ma che potrebbe essere risvegliato con conseguenze impossibili da predire: la memoria è il fulcro di tutto. Se avete mai conosciuto un malato di Alzheimer nelle prime fasi della malattia, forse questo libro vi colpirà ancora di più.
Cosa mi aspettavo? Più fantasy e meno filosofia, ma nel complesso un buon libro. Dopo Never let me go (Non lasciarmi nella versione italiana), forse dovevo aspettarmelo.

Il gigante sepolto - Kazuo Ishiguro
313 pagine - 20 euro
edizioni Einaudi